Cluttering: un disturbo della fluenza verbale

Cluttering: un disturbo della fluenza verbale

Il Cluttering è un disturbo della fluenza verbale, come lo è la balbuzie, con specifici tratti distintivi che lo differenziano dalla balbuzie stessa.

Chi presenta il cluttering infatti sembra avere difficoltà nel regolare la propria velocità in base al compito linguistico, dunque per esempio potrebbe:

  • leggere troppo rapidamente un brano
  • potrebbe presentare brusche accelerate quando parla con un amico o un famigliare

Ciò può comportare difficoltà, a tratti, nel comprendere ciò che dice e/o episodi disfluenti (come ripetizioni di parole, di sillabe, di parti di frase, ecc) e/o difficoltà nel regolare il ritmo, il volume della conversazione o nell’utilizzare la pause correttamente, spesso infatti sono troppo brevi o posizionate in modo scorretto nel discorso.

Il trattamento del cluttering, come disturbo della fluenza verbale, è di pertinenza del logopedista specializzato nel campo e si basa su un’accurata valutazione iniziale delle caratteristiche della fluenza e non solo per poi procedere con la stesura di un piano di trattamento personalizzato.

Nell’articolo dal titolo “Cluttering Treatment: Theoretical Considerations and Intervention Planning” scritto dalle Dott.sse Y. Van Zaalen e I. K. Reichel, massime esperte nel campo, sono presenti diversi spunti che ci guidano nel trattamento. 

Un concetto emergente: il trattamento deve considerare non solo gli aspetti verbali e motori legati alla fluenza verbale, ma anche la componente cognitiva, emotiva e gli aspetti legati alla comunicazione.

Fattori cognitivi

Per esempio, la persona potrebbe percepirsi, in fase iniziale, poco naturale nell’applicare le strategie e le tecniche per modificare il parlato; ciò potrebbe portarla a rinunciare o a ridurre la sua motivazione.

Un suggerimento presente nell’articolo è quello di utilizzare frequentemente audio e videoregistrazioni, da ascoltare e commentare insieme, per permettere alla persona di percepirsi dall’esterno, apprezzandone alcuni aspetti quali:

  • velocità adeguata
  • migliore intelligibilità
  • riduzione degli episodi disfluenti
  • pause efficaci

Grazie a questo feedback oggettivo che funge da rinforzo sarà più semplice promuovere l’utilizzo delle tecniche.

Fattori emotivi

Dal punto di vista emotivo, potrebbero essere presenti emozioni quali ansia, tristezza, frustrazione e nervosismo, spesso correlate alla difficoltà da parte dell’ascoltatore di comprendere il messaggio verbale, di rimanere concentrato sul contenuto o dalle frequenti richieste di ripetizioni.

Da questo punto di vista, sarà importante lavorare:

  • sulla consapevolezza della sintomatologia da parte della persona con cluttering
  • sul mettersi nei panni dell’ascoltatore e comprenderne le richieste e i bisogni
  • sul modificare la narrazione che fa a se stesso e la propria attitudine comunicativa.

Ad esempio, se ricevere frequentemente richieste di ripetizione può portare a pensieri come

sto sbagliando“, “non mi stanno ascoltando

potrebbe essere utile soffermarsi sul fatto che, in realtà, quando le persone non ascoltano o dimostrano disinteresse tendono a non concentrarsi né tantomeno a chiedere di ripetere. La richiesta di ripetere viene fatta, tendenzialmente, da parte di persone motivate e interessate a comprendere. Senz’altro si potrà lavorare anche sull’ambiente, per modificare il tipo di richiesta e/o la modalità con la quale viene fatta, per ridurre l’impatto negativo della stessa sulla persona che la riceve.

Fattori verbali e motori

Grazie all’utilizzo di alcune tecniche, come ad esempio il tapping sillabico, è possibile ridurre la velocità articolatoria. Ciò che le esperte sottolineano nell’articolo e che è bene osservare e che, indipendentemente dal tipo di tecnica che si sceglierà, bisognerà:

  • considerare la complessità linguistica, partendo dal proporre esercizi a livello di singole parole, per poi passare a frasi e racconti
  • utilizzare un sistema di feedback oggettivo, visivo e uditivo
  • promuovere l’utilizzo delle tecniche in un contesto strutturato
Aspetti comunicativi

La persona che clattera può presentare difficoltà a livello di abilità pragmatiche della comunicazione, infatti può:

  • mostrare scarso interesse e ascolto
  • non rispettare il turno comunicativo
  • presentare verbosità

Sarà importante lavorare inizialmente sull’aumentare la consapevolezza di questi aspetti, se presenti, agendo sull’ambiente comunicativo: feedback frequenti e precisi saranno forniti da una persona di riferimento. Si condivideranno gesti, parole e modalità per favorire la consapevolezza da parte della persona che clattera. Per esempio, si potrà evidenziare quando, all’interno di una situazione comunicativa, non è stato correttamente rispettato il turno.

Le Dott.sse suggeriscono, inoltre, una sequenzialità nel trattamento:

  1. Lavorare sull’identificazione dei sintomi
  2.  Lavoro sulla modificazione della velocità
  3. Lavoro sull’appropriato utilizzo delle pause
  4. Lavoro sul monitoraggio, grazie a esercizi che favoriscono l’auto-osservazione, il giudizio e l’autocorrezione del proprio parlato.
  5. Lavoro sulle abilità narrative

E’ sottolineata, inoltre, l’importanza di essere consistenti nel trattamento, almeno nella fase iniziale promuovendo esercizi da svolgere quotidianamente e che permettano di osservare risultati nel breve periodo, così da rinforzare la motivazione.

Per approfondire l’argomento ti suggerisco di:

Spero che l’articolo ti sia stato utile.

Un caro saluto,

Maria Silvia Mazzocchi

Logopedista specializzata in balbuzie, cluttering e altre caratteristiche della fluenza verbale

Thomas More University, Belgio


 

 

Maria Silvia Mazzocchi

MARIA SILVIA MAZZOCCHI
Logopedista specializzata in Balbuzie, Cluttering e disturbi della fluenza verbale

Mazzocchi Academy S.r.l.
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© 2025 – Maria Silvia Mazzocchi Logopedista.

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